Ricordi

L’Annibal Caro di Fermo e i suoi corridoi: ricordi classici, ricordi di studio, ricordi di vita.

Il vecchio liceo

E’ chiuso per essere riparato dai danni causati dal sisma: il liceo classico Annibal Caro di Fermo è fonte di storia, di ricordi, di modernità.
A cominciare dal nome che, per effetto della riforma, ora si chiama “liceo delle Scienze Umane”. Mi piace ricordarlo come “Liceo Ginnasio Annibal Caro”, così scrivevamo nel curriculum appena diplomati. Mi piace ricordarlo con tutti i corridoi, quelli che ospitano i volumi della biblioteca e che un tempo ospitavano una classe (a caso!). E’ una scuola dove la cultura si è fatta anche nei corridoi.

 

La storia dei corridoi
Era l’a.s. 1990/91, facevo il quarto ginnasio. Il primo anno, per intenderci, della scuola classica. Nuovo corso di studi, nuova sezione, mai prima di quell’anno, All’Annibal Caro di Fermo si era andati oltre la sezione C. C’erano la D e la E, quest’ultima più fortunata di noi, della 4^D. Non c’erano più aule, e così, decisero di chiudere un corridoio. Una parete di cartongesso, che veniva varcata non solo da noi. Perché quel corridoio era usato anche per accedere alle scale che portavano all’aula di fisica. Ricordi di troppi anni fa; ricordi belli, non nostalgici. Non c’erano i libri della biblioteca, avevano fatto il posto ai nostri banchi. E lì conobbi la “nostra” (di allora) biblioteca; si andava dal professore responsabile e si leggeva.
I ricordi della biblioteca

Un anno fa, in quella biblioteca, sono entrate antiche e preziose Divine Commedie. Non le ho viste; nemmeno quelle moderne; ma la grande opera di Dante l’ho letta e studiata nell’edizione scolastica. Grazie alla biblioteca conobbi “Il Gattopardo”; fui temeraria, una lettura non proprio leggera da fare a 14 anni. Ricordo solo quel titolo, ma di sicuro ho visto anche altri volumi, non ricordo, sono passati molti anni, troppi.

 
Il segno del destino

Nei banchi dell’Annibal Caro di Fermo ho iniziato a scrivere i primi temi di attualità (si chiamavano così all’inizio), poi divenuti temi di argomento generale. Avrei dovuto capire allora qual’era il mio destino. Cinque anni di liceo classico, sempre buoni voti in letteratura orale, ma mai un tema “di studio” come li chiamavamo. Un tema al mese, tanti erano i compiti in classe di italiano, ma io sceglievo sempre il tema generale.

annibal caro di fermoL’Annibal Caro: oggi

Ricordi che tornano, anche a vedere il preside Ferracuti. Insegnava lettere al Ginnasio; ora guida la scuola. Ed ora con e per la scuola sta affrontando un momento difficile. Il terremoto, le riparazioni, i doppi turni. Passa il tempo, e il tempo è scandito dalle lancette degli orologi,  dalle pagine di agende e calendari, da diari e post vari sui social. Dalla classicità si arriva al contemporaneo, il tempo passa e non si può tornare indietro. Non è sprecato; gli orologi lo misurano, i ricordi lo tengono in vita, le opere letterarie lo narrano. Perché il patrimonio letterario e culturale di una civiltà non è fatto solo di volumi.

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